giovedì 26 marzo 2020

CAPITOLO 15 - DELEGAZIONE A SIENA


«Dunque siete in partenza»
«Il nostro negozio è concluso, nobile Pandolfo»
«Spero in modo soddisfacente»
«Nel migliore dei modi, in verità, e non troviamo le parole per esprimervi la nostra gratitudine. Non fosse stato per voi…»

CAPITOLO 14 - AREZZO, FEBBRAIO 1502

Nerone non si sedeva mai, tranne quando entrava nella basilica di San Francesco.
Lo davano per uomo brusco e pratico, rozzo quasi, ma quando si recava in città, qualunque fosse il motivo che ve lo portava, prima ancora di raggiungere casa sua, immancabilmente si dirigeva alla chiesa dei Francescani, e questo da quando vi aveva scoperto le pitture a fresco di Piero dal Borgo, lo stesso della sua Madonna gravida. Seduto sulla panca, ogni volta al medesimo posto, si fissava a contemplare i grandi quadri con la storia della Vera Croce.

CAPITOLO 13 - LA FURIA DI VITELLOZZO

Ai primi di luglio Vitellozzo lasciò Roma con il Borgia ed il Baglioni, messosi anch’egli al soldo del Valentino, e si spostò nel regno di Napoli. Disponeva di quattrocento fanti e di cento lance francesi. Con la livrea giallo cremisi del Valentino conquistò l’Aquila, e poi andò all’assedio di Capua.

CAPITOLO 12 - CORTIGIANA PER POCO

Entrai nella piccola cucina annerita dal fumo e depositai la brocca sulla panca addossata alla parete. L’Adele stava rimestando nel grande paiolo sospeso sul fuoco. Mi sorrise.
Dopo la tragedia delle nozze rosse, eravamo scappate anche da Perugia. La vista di Vitellozzo al fianco del Baglioni mi aveva terrorizzato, risvegliando i fantasmi di Pisa. Pensai che se mi avesse ripresa, stavolta mi avrebbe uccisa.
Lo dissi all’Adele, che senza esitare rispose: «Andiamo».

CAPITOLO 11 - 1501 ANNO DI SANGUE


«Non c’è Ranuccio, mi pare, in Modigliana».
Tarlatino aveva ragione, ma Vitellozzo accolse la sua osservazione con un’alzata di spalle, infastidito: «Ci sono i suoi parenti, però».
Tarlatino inarcò le sopracciglia. Da tanti anni serviva il suo signore, legando alla sua la propria sorte, fiducioso in un glorioso futuro per lui, per sé e per l’amata Città di Castello, ma gli eccessi di ferocia di Vitellozzo lo lasciavano ancora senza fiato.

EPISODIO 15 - CITTA' E CAMPAGNA



Pietro si alzò: «Adesso andiamo. Devo tornare alla Ruga Mastra per parlare col capomastro »
«Posso venire con voi? Ho da fare anch’io, in città».
Pietro sorrise: «D’accordo».
Il giovane si ricordò della mela e in quattro morsi divorò finalmente la sua colazione.

EPISODIO 14 - IL BANCHETTO COL VESCOVO


La mattina di Santo Stefano, che quell’anno cadeva di domenica, la tramontana non s’era ancora calmata e scompigliava le chiome degli ulivi in vortici di riflessi argentei. La Pieve di Santo Stefano in Classe, che i Mauri erano soliti chiamare la nostra pieve, aveva origini molto antiche, che risalivano ai primi secoli dell’espansione cristiana, e nei tempi d’oro il suo territorio arrivava addirittura fin oltre Subbiano.

EPISODIO 13 - NATALE IN ESILIO



Nel palazzotto che i Priori di Firenze avevano messo a disposizione degli esuli aretini, Rinaldo dei Bostoli stava passando il secondo Natale solitario dopo la sua cacciata da Arezzo.
Quella lega con Fiorentini e Senesi gli andava stretta, e ne avrebbe fatto volentieri a meno.

EPISODIO 12 - NATALE A MUCIAFORA



Come ogni anno, fin da bambino, Mauro s’aspettava un grande banchetto, con cento portate, come quelli che nei racconti di suo nonno avvenivano tutti i giorni alle corti dei re. Come ogni anno, restò deluso.
Raccolti sul lato della lunga tavola più vicino al camino acceso, consumarono un pasto simile a quello di ogni domenica, salvo per il finale, quando la famigliola attinse alla ciotola di uva passa, dolce simbolo di buon augurio per l’anno che cominciava.

EPISODIO 11 - LA ILDE



La campana del convento chiamò fra Giacomo a mattutino.
«Devo andare, ma voi potete riposare un po’».
A quell’ora padre e figlio seguirono il consiglio di buon grado, e avrebbero dormito per un bel po’ se il frate prima di laudi non avesse bussato all’uscio, entrando nella cameretta con un po’ di frutta secca, un pezzo di pane nero e una brocca d’acqua: «Buon Natale e buon anno nuovo!»

lunedì 23 marzo 2020

IL POZZO DI TOFANO


Dal DECAMERON di Giovanni Boccaccio - GIORNATA SETTIMA – NOVELLA IV
(storia di corna e di scaltrezza femminile - libera trasposizione in italiano moderno)

Racconta Lauretta:
Fu adunque già in Arezzo un ricco uomo il quale fu Tofano nominato. A costui fu data per moglie una bellissima donna il cui nome fu monna Ghita, della quale egli, senza sapere perché, prestamente divenne geloso…

giovedì 19 marzo 2020

EPISODIO 10: FRA' GIACOMO RACCONTA


La lunga storia dell'Abbazia di Campoleone subì una drammatica svolta alla fine di settembre dell’anno del Signore 1214. Da oltre un secolo le istituzioni comunali cercavano di prendere il potere attaccando i ricchi feudi ecclesiastici: pur senza raggiungere i recenti eccessi di Guelfo da Lucca, s’erano tuttavia moltiplicate delibere e ingiunzioni, e non erano mancate neppure scaramucce e battaglie.

EPISODIO 9: GUAI ALLE FORZE DEL MALE!


Entrarono nel tempio. Il profumo d’incenso si mescolava all’odore della cera calda di centinaia di candele. Gli occhi di Mauro seguirono le volute di fumo che risalivano le colonne, verso le volte; il gioco degli incroci sul soffitto accompagnò il suo sguardo fino all’abside, per poi spingerlo a vagare tra gli effetti decorativi della pietra, liberata dal suo peso materiale per divenire un insieme armonioso di linee protese verso l’alto.

EPISODIO 8: NOTTE DI NATALE DEL 1288

La Ruga Mastra era una ripida contrada che dalla Porta di San Lorentino conduceva al colle di San Pietro; dall’alto appariva incassata tra le case-torri, proprio come una profonda ruga sul volto antico della città.

EPISODIO 7: MORTE DI UN PONTEFICE


La storia della nuova Cattedrale era cominciata tredici anni prima, nell’anno del Signore 1275, nel mese di dicembre, nel giorno ventesimo che cadeva di venerdì. Intorno all’ora terza la notizia dell’arrivo in città di Papa Gregorio X rimbalzò tra vicoli e contrade, venne annunciata sui portoni e dalle finestre, gridata nelle piazze, ripetuta nelle botteghe, proclamata dai tamburi degli araldi.

EPISODIO 6: MORTE DI UN RAGAZZO


Poco dopo questi avvenimenti, in un assolato mattino dell’estate 1288, il Vescovo Guglielmino stava nel salone d’onore, al primo piano del suo palazzo episcopale, seduto sulla panchetta di pietra nel vano d’una delle finestre. La luce inondava la stanza e, filtrata dalle formelle di vetro piombato, finiva a disegnare cerchi multicolori sui mattoni del pavimento. Il vecchio prelato leggeva come suo solito un libro di preghiere.

CAPITOLO 10: I PIANI DEI MEDICI


Mentre in Firenze il Machiavelli dava libero sfogo al proprio pessimismo, un drappello armato accompagnava un altro fiorentino per i vicoli di Roma. Le vie della Città Eterna non erano sicure, nell’anno giubilare 1500, neanche di giorno e neppure per un giovane Cardinale di Santa Romana Chiesa e per la sua familia, e così Giovanni de’ Medici, figlio del Magnifico, si faceva sempre scortare.

CAPITOLO 9 - FIRENZE: NICCOLO' MACHIAVELLI SCRIVE

Siccome ogni potere ha sempre dei nemici e lascia scontenti quelli che ne rimangon fuori, non resta, a chi voglia attaccarlo, che cercar di mettere insieme chi ha le stesse mire, per i medesimi o sia pur diversi motivi. Tale era la situazione di Firenze e di chi vi aveva messo gli occhi sopra, nei tempi turbolenti che accompagnavano l’inizio del XVI secolo.

CAPITOLO 8 - PERUGIA: LE NOZZE ROSSE


Un mese dopo la nostra fuga, io e l’Adele arrivammo a Perugia, con la promessa di venir maritate a due fratelli senza mestiere, che si offrivano come fanti o arcieri a chiunque assicurasse loro un tozzo di pane ed una minima paga.

CAPITOLO 7 - NERONE SI RIBELLA

Un giorno, ai primi di luglio del 1500, Nerone camminava su per il Borgo di Strada avvolto nei propri pensieri. Ultimamente Nerone si faceva vedere sempre più spesso in Arezzo, dove i Pantaneto possedevano due case dirimpetto alla chiesa di Sant’Antonio, vicino alla Porta di Santo Spirito.

CAPITOLO 6 - NERONE DA PANTANETO


Ottima annata, per il grano, il 1500. Camminando di buon passo verso Monterchi, Nerone ammirava soddisfatto i suoi campi dorati, immobili sotto il sole, e considerava come il Santo Giubileo avesse benedetto i raccolti.

giovedì 12 marzo 2020

CAPITOLO 5 - LA FUGA DELLA MARIA


Avevo più o meno diciott’anni. Nessuno mai m’ha detto di preciso in quale anno son venuta al mondo. Quando mi maritarono, tre anni prima, i miei dissero allo sposo che ero una quindicenne.

CAPITOLO 4 - I PIANI DI VITELLOZZO


Una teoria di statue edicole fregi tabernacoli adorna il fianco di Santa Maria de Pontenovo, o della Spina, come han preso a chiamarla i pisani per via d’una venerata reliquia, doloroso frammento della crudele corona imposta al Cristo flagellato.

CAPITOLO 3 - UN ASSEDIO FINITO MALE


Tutto cominciò nel mese di settembre del 1499. A quel tempo non si può dire che fossi una signora, e infatti mi trovavo tra i soldati del campo fiorentino che assediava Pisa.

CAPITOLO 2 - UNA VECCHIA CIECA


Eran passati quarant’anni dal miracolo, e la compagnia della Santissima Annunziata s’era fatta grande, crescendo di pari passo con la venerazione per la Madonna delle Lacrime.

CAPITOLO 1 - UN MIRACOLO


Verso sera un’ombra avvolta in un logoro mantello imboccò la Via Sacra. Con la mano teneva il lembo del cappuccio calato sulla testa per proteggersi dal vento forte, levatosi improvviso a sollevare turbini di polvere sotto un cielo che s’era fatto rapidamente scuro.

mercoledì 11 marzo 2020

EPISODIO 5 - L'AGGUATO DEL TOPPO


"Che giorno è?"
«Domenica, Pietro, perché?»
«Niente. Ho perso la misura del tempo. Son tre notti che non si dorme, accidenti!»
«Sshh! Parlate piano».
La notte tra il 25 e il 26 di giugno del 1288 era calda e rischiarata dalla luna, che allungava le ombre dei pioppi sulle canne palustri e sui ciuffi di erbe acquatiche.

EPISODIO 4 - LA TAVERNA DEL CALDERAIO


Bibit ille, bibit illa! declamò uno studente ubriaco alzando la coppa e fissandola con occhi lucidi.
Bibit servus cum ancilla! gli fece eco un coro di giovani suoi pari. In mezzo al gruppo una compiacente fanciulla li esortava a bere e li gratificava di carezze, mentre le rime si scioglievano in risate e libagioni.

EPISODIO 3 - GLI AMBASCIATORI DI FIRENZE


Le difficoltà cominciarono subito dopo la morte del lucchese: ogni parte voleva prevalere sull’altra, e il vescovo su tutti; ognuno sospettava dell’avversario, ma pure dell’amico, e trovare un accordo si faceva ogni giorno più arduo, a riprova che è più semplice mettersi insieme contro qualcuno che collaborare a costruir qualcosa.

EPISODIO 2 - UNA BRUTTA FINE


N
el 1285 fu nominato capitano del popolo e priore delle arti tal Guelfo Falconi da Lucca, il quale arrivò ad Arezzo con l’idea di spazzar via il vecchio sistema feudale.

EPISODIO 1 - UNA STORIA D'AMORE



La tranquillità di Boso degli Azzi era svanita guardando Ippolita, la più bella tra le giovani donne che ogni domenica accendevano un lume davanti alla statua della Madonna, nella cripta dell’antica cattedrale.