domenica 26 settembre 2021

NANNI d'AREZZO

 Leggendo di Storia locale mi sono imbattuto in tal Nanni d’Arezzo, autore nell’anno 1302 di una vita del beato Benedetto Sinigardi, seguace di san Francesco, provinciale dell’ordine in oriente e anch’egli aretino.
Per secoli, durante il medioevo e il rinascimento, quando ancora i cognomi non erano diffusi, uno dei modi più usati per identificare personaggi noti ma di famiglia modesta o sconosciuta, era il ricorso al luogo d’origine o di appartenenza.

sabato 7 agosto 2021

LA TESTA DI SAN DONATO - racconto

 Erano almeno due settimane che pioveva sulle stradette fangose della cittadella di Pionta. Sul colle, poco più in alto della cattedrale, si nascondeva tra le case un minuscolo oratorio dai muri sbreccati e le pietre mal connesse, eretto nel IV secolo, almeno così si diceva, dal vescovo Gelasio sulla tomba di san Donato.

Da metà pomeriggio finalmente la pioggia era cessata, e quella notte, la notte tra il venerdì 10 e il sabato 11 di novembre del 1032, cinque vescovi, due operai e il marchese di Toscana entrarono nell’oratorio. Altri rimasero fuori per mancanza di posto.

domenica 18 luglio 2021

PARCHI LETTERARI - CASENTINO

C'è una rete di parchi, in Italia e nel mondo, che si chiama

In marcia verso Campaldino

https://parchiletterari.com, autentici luoghi dell'anima, sfondi scenari e protagonisti di romanzi racconti storie. Parchi che puoi fisicamente visitare ed anche vivere leggendo, natura e spirito intimamente connessi e necessari l'una all'altro.

Uno dei più attivi è il Parco Letterario Emma Perodi e le Foreste Casentinesi https://www.parchiletterari.com/.../emma-perodi-e-le...
In questi giorni, con un po' di ritardo per motivi editoriali sull'anniversario dell'evento, ha pubblicato un contributo sulla battaglia di Campaldino vista attraverso il mio romanzo 'L'anello del vescovo' https://parchiletterari.com/parktime/articolo.php?ID=05031
Un'occasione da non mancare per rivivere quel momento storico ed uno stimolo a mille altri 'incontri' per chi ama leggere.

giovedì 15 ottobre 2020

NASCITA D'UN AMICO - sonetto

Scivola fuori dalla gabbia il vino,
passando dentro la fessura stretta.
Scivola fuori, denso, senza fretta,
e scorre lentamente verso il tino.
Non ha più buccia e non è ancor rubino:
s'è aperto l'acino che lo cresceva,
s'è rotto il velo che lo proteggeva,
e l'ha lasciato andare al suo destino.
Non è più mosto e non puoi dirlo vino,
è intenso il suo colore rosa antico,
acerbo come quello d'un bambino.
S'affinerà, lo sai, finché un mattino,
dolce il sapore come un caro amico,
potrai gustare il tuo bicchier di vino.

venerdì 25 settembre 2020

SCONTRO ALLA PIEVE - racconto


Dopo due lunghi secoli la gente s’era ormai abituata ai longobardi. Tutti tranne Lucio, che li odiava per la loro protervia e il disprezzo che mostravano nei confronti dei romani come lui, superiori per cultura, storia e tradizioni, ma irrimediabilmente sconfitti dalla storia, e li odiava perché non vedeva chi potesse rovesciare il loro dominio. Anche Dio, pensava, come aveva potuto permettere che prevalessero loro? E la stessa chiesa, come s’era fatta raggirare dalla loro falsa conversione? Non erano altro che barbari pagani e tali restavano.

venerdì 19 giugno 2020

LA 500L - racconto


Il 20 giugno del 1976 era una domenica radiosa d’inizio estate. Dopo una settimana di piogge, inconsuete per il periodo, il sole s’era fatto largo prepotente fin dal mattino presto.
Poco prima delle otto la 500L, intima e compatta, ma blu, tettuccio apribile, volante piccolo, cloche bassa e soprattutto sedili ribaltabili, risaliva con calma le curve dello sterrato di montagna. Portava un giovanotto allampanato e una morettina tutto pepe: andavano a sposarsi in un minuscolo villaggio nascosto tra i monti: una chiesetta malmessa, una canonica agibile solo in parte, e poche case quasi tutte vuote. Pareva impossibile che quel posto fosse stato vivo, un tempo, e avesse avuto perfino una scuola elementare.

martedì 2 giugno 2020

I POLLACCHI - racconto


«Menchino, dove sei? Vieni fuori, ché i pollacchi son partiti».
Proprio così chiamavano, gli aretini, le truppe del generale Dabrowski: pollacchi con due elle, e lo stesso comandante diventò Don Broschi. Neanche i francesi, del resto, godevano di maggior rispetto tra il popolo, che li chiamava nuvoloni perché ogni loro editto iniziava con le parole Nous Voulons.
Ma c’era poco da ridere, in quella primavera del 1799.