domenica 26 settembre 2021

NANNI d'AREZZO

 Leggendo di Storia locale mi sono imbattuto in tal Nanni d’Arezzo, autore nell’anno 1302 di una vita del beato Benedetto Sinigardi, seguace di san Francesco, provinciale dell’ordine in oriente e anch’egli aretino.
Per secoli, durante il medioevo e il rinascimento, quando ancora i cognomi non erano diffusi, uno dei modi più usati per identificare personaggi noti ma di famiglia modesta o sconosciuta, era il ricorso al luogo d’origine o di appartenenza.
Per Arezzo esiste un lungo elenco di esponenti del mondo culturale cui si è applicata questa regola, e conosciuti come d’Arezzo o Aretino: da fra Guittone a Ristoro, da Spinello a Margaritone, da Niccolò a Pietro Aretino, e poi Geri d’Arezzo, Bonaguida, Antonio, Marchionne, Paolo Aretino ed altri ancora, poeti, pittori, letterati, giuristi, architetti.
Devo la scoperta del nostro Nanni, in latino Nannes de Arretio, ad una citazione del prof. Luigi Licciardello. È tanto sconosciuto da non comparire in nessun elenco né antico né moderno. Di lui non si sa nulla e la biografia, o meglio la leggenda del beato Sinigardi sarebbe giunta a noi come anonima se lui stesso non avesse scritto in premessa: Ego Nannes de Arretio scribere decrevi fideliter illius vitam.
Ora io, volendo scrivere qualcosa sul primo e maggiore dei d’Arezzo, quel monaco Guido che diede nome alle note e ideò il sistema moderno di scrittura musicale, ho pensato di usare lo stesso pseudonimo del biografo di sette secoli fa.
La scarsa levatura di quel Nanni, quasi scrittore per caso, interessato più a far conoscere le vicende del francescano che alla gloria letteraria, mi mette al riparo da accuse di presunzione. D’altro canto la locuzione d’Arezzo dice molto su di me: una famiglia modesta e una vita trascorsa dentro e intorno alle mura di Arezzo. M’intriga poi quella d apostrofata, che può esser letta come di e indicare appartenenza, o come da a significare provenienza, cose vere entrambe, nel mio caso.
Non mi dispiace, infine, l’idea di evocare un nome dal passato e richiamarlo a nuova vita. Non meravigliatevi perciò se il mio prossimo libro, e forse non solo quello, sarà firmato Nanni d’Arezzo.

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