Il 20 giugno del 1976 era una domenica
radiosa d’inizio estate. Dopo una settimana di piogge, inconsuete per il
periodo, il sole s’era fatto largo prepotente fin dal mattino presto.
Poco prima delle otto la 500L, intima e
compatta, ma blu, tettuccio apribile, volante piccolo, cloche bassa e
soprattutto sedili ribaltabili, risaliva con calma le curve dello sterrato di
montagna. Portava un giovanotto allampanato e una morettina tutto pepe:
andavano a sposarsi in un minuscolo villaggio nascosto tra i monti: una
chiesetta malmessa, una canonica agibile solo in parte, e poche case quasi
tutte vuote. Pareva impossibile che quel posto fosse stato vivo, un tempo, e
avesse avuto perfino una scuola elementare.